Startup svizzere, nel 2023 calano del 54% gli investimenti

Matteo Casari

14/07/2023

14/07/2023 - 07:35

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I finanziamenti alle nuove imprese nel nostro Paese sono calati nei primi sei mesi di quest’anno. In sofferenza tutto il settore digitale.

Startup svizzere, nel 2023 calano del 54% gli investimenti

Gli investimenti nelle start-up svizzere sono diminuiti sensibilmente nella prima metà del 2023. In particolare, le giovani imprese nel settore della digitalizzazione hanno raccolto molti meno fondi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È quanto emerge dallo Swiss Venture Capital Report pubblicato giovedì dal portale online Startupticker.ch e dall’associazione di investitori SECA.

Nei primi sei mesi dell’anno sono confluiti nelle startup svizzere 1,2 miliardi di franchi svizzeri, con un calo del 54% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, il numero di investimenti è diminuito in modo molto meno marcato, scendendo del 5% a 154 unità.

Si torna ai livelli pre-pandemia

Questi ultimi dati dimostrano che il livello degli investimenti in start-up è tornato al livello pre-pandemia, come segnala il caporedattore di Startupticker Stefan Kyora durante il briefing con i media. Si è registrato un crollo preoccupante soprattutto nei finanziamenti nel settore della digitalizzazione, i quali sono scesi del 73% rispetto all’anno precedente. I fondi raccolti nel settore biotecnologico, invece, sono rimasti relativamente stabili.
Alla luce delle incertezze nel panorama geopolitico mondiale, come la guerra in Ucraina e la persistente inflazione, molti investitori privati e family office, fondamentali per gli investimenti in start-up nel nostro Paese, si sono tirati indietro, ha dichiarato Kyora. La Confederazione si accoda dunque a i deludenti trend internazionali nel mondo delle start-up, anche se con un certo ritardo.

Lontani i picchi degli anni passati

Anche i grandi round di finanziamento non si sono concretizzati nel corso di quest’anno. L’importo maggiore è stato raccolto dallo spin-off del Politecnico di Losanna Distalmotion, che ha ottenuto 134 milioni di franchi per i suoi sistemi robotici chirurgici. Oltre alla start-up medtech, anche le due società biotecnologiche Noema Pharma (103 milioni) e Alentis Therapeutics (94 milioni) sono riuscite a raccogliere somme maggiori. A titolo di confronto, la compagnia Climeworks ha raccolto da sola circa 600 milioni nel 2022.
Nell’analisi geografica, i Cantoni di Zurigo e Zugo - regioni con una percentuale tradizionalmente elevata di start-up ICT e fintech - hanno risentito fortemente del calo degli investimenti. Per contro, la situazione è rimasta stabile nel Canton Vaud, mentre il Cantone di Basilea Città ha addirittura registrato più investimenti in start-up grazie al suo orientamento biotecnologico.

Superato il momento più buio?

L’attività di acquisizione, invece, non ha subito alcuna frenata: nella prima metà dell’anno sono state rilevate 32 start-up in tutta la Svizzera, un numero mai raggiunto prima in un solo semestre. In undici casi, gli acquirenti erano a loro volta compagnie elvetiche. Tuttavia, secondo Kyora, una delle ragioni dell’aumento delle acquisizioni di aziende potrebbe anche essere l’attuale carenza di lavoratori qualificati. In questo modo, le imprese sarebbero in grado di reclutare team promettenti per loro stesse.
Dopotutto, il fondo potrebbe essere stato raggiunto nella prima metà dell’anno, come dimostra un sondaggio condotto tra quasi 100 investitori: la quota di finanziatori che si aspettano ancora un ulteriore calo degli investimenti in start-up è scesa a poco meno della metà. Dopo le elevate valutazioni negli "anni del boom" del 2021 e 2022, questo calo dovrebbe offrire opportunità di ingresso anche a nuovi investitori.

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