Quanti rifugi antiatomici ci sono in Ticino? Roberto Uccelli: «Copriamo il 100% della popolazione, ma ne servono di nuovi»

Matteo Casari

30 Giugno 2023 - 12:45

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Quanti sono e qual è lo stato dei rifugi del nostro cantone? Sono sufficienti per ospitare tutta la popolazione svizzera e straniera?

Quanti rifugi antiatomici ci sono in Ticino? Roberto Uccelli: «Copriamo il 100% della popolazione, ma ne servono di nuovi»

L’augurio è che non vengano mai utilizzati, ma visto il clima di tensione geopolitica attuale, i famosi "bunker antiatomici", più correttamente detti "rifugi per la popolazione", sono tornati a essere un tema di discussione.
È ormai dai tempi della Guerra fredda che in Europa non si sentiva più il pericolo di una minaccia atomica, e così negli anni i proprietari hanno trasformato questi spazi in ripostigli, taverne e depositi, ma anche in locale hobby o sala giochi.
Nella remota possibilità di emergenza sarà forse il caso di rispolverare e riorganizzare la “cantina” per il suo scopo originale? Qual è, allora, lo stato dei rifugi in Ticino? Possono accogliere tutta la popolazione in caso di attacco nucleare?

Ci sono abbastanza posti per tutti i ticinesi?

Nonostante i tempi di pace prolungati degli ultimi anni, nel nostro cantone queste costruzioni sono sempre rimaste sotto la competenza della Sezione del militare e della protezione della popolazione (SMPP) che, in collaborazione con i Consorzi di protezione civile, non hai smesso di monitorarli, aggiornarli e costruirne di nuovi per garantire la sicurezza dei cittadini.
«Abbiamo oltre 13mila rifugi privati sotto gli edifici e circa 120 rifugi pubblici» spiega Roberto Uccelli, capo del Servizio costruzioni della Protezione civile. «Con le strutture attualmente edificate nel territorio, per legge garantiamo la copertura di posti letto al 100% in caso di emergenza» dichiara Uccelli. «Tuttavia, questi calcoli sono relativi soltanto alla popolazione residente permanente. Utilizziamo questo dato - costantemente aggiornato annualmente dall’Ustat - perché non è semplice determinare la popolazione dei Comuni a causa della sua variabilità». La capienza massima dei rifugi antiatomici non conteggia dunque la parte di popolazione residente solo temporaneamente o i frontalieri che giungono nel Paese quotidianamente da oltreconfine.

La differenza tra le varie regioni

«I rifugi sono sparsi per tutto il territorio del Cantone. La copertura al 100% è garantita a livello cantonale, ma questa percentuale non è omogenea in tutta la regione di protezione civile» spiega il capo del Servizio costruzioni.
«Certi comuni soddisfano la copertura ben oltre il 100%, mentre in altri la percentuale può risultare più bassa. Se prendiamo in considerazione alcuni paesi di montagna, come nella zona dell’alta Valle Leventina e Blenio, qui la copertura può attestarsi intorno al 30-70%. In altri Comuni come Ascona e Lugano si può invece godere di un rapporto ampiamente superiore al 100%».

Rifugi in quasi tutti gli edifici svizzeri

I rifugi per i cittadini sono un tema di competenza dell’Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP). Si tratta di costruzioni protette situate ai piani sotterranei degli edifici che proteggono la popolazione durante un conflitto armato e non solo. Possono offrire una buona protezione anche in caso di catastrofi naturali.
La maggior parte della popolazione elvetica abita in edifici dotati di queste strutture. Se l’edificio non dispone di un rifugio privato, è possibile fare capo a quelli pubblici nelle vicinanze. La costruzione e l’equipaggiamento dei rifugi sono standardizzati e disciplinati da istruzioni tecniche specifiche.
Come recita il sito web informativo dell’Amministrazione federale, in Svizzera vale il principio: «Un posto protetto per ogni abitante». Con circa nove milioni di posti protetti disponibili nei circa 370mila rifugi pubblici e privati, a livello nazionale possiamo godere di un grado di copertura di oltre il 100%. Tuttavia, possono sussistere delle differenze a livello cantonale e lacune locali.

Come sono fatti i "bunker"?

«I rifugi sono stati concepiti in primo luogo per proteggere la popolazione in caso di conflitto armato» spiega il sito dell’UFPP. «Devono resistere agli effetti delle armi moderne, quindi soprattutto alle armi NBC e all’impatto ravvicinato delle armi convenzionali».
I rifugi sono costruiti ed equipaggiati in modo spartano al fine di contenere il più possibile i costi, lo spazio necessario e i lavori di manutenzione. Non si risparmia invece sulla funzione protettiva:

  • La resistenza meccanica del rifugio è garantita dall’involucro (platea, pareti e soletta di copertura), realizzato in calcestruzzo armato. Anche le chiusure, ossia porte e coperchi blindati, sono fatti in metallo co ante in cemento armato.
  • Ognuno dispone di un’uscita d’emergenza (uscita di soccorso o cunicolo d’evasione) per poterlo abbandonare anche quando l’entrata non è più utilizzabile, ad esempio perché ostruita da macerie dovute al crollo di parti dell’edificio.
  • Per garantire l’afflusso di aria fresca, sono dotati di un sistema di ventilazione. Questo comprende una presa d’aria, una valvola antiesplosione e un prefiltro, l’apparecchio di ventilazione, il filtro antigas nonché la valvola di sovrappressione e antiesplosione di fianco alla porta blindata
  • Quelli di grandi dimensioni dispongono anche di una chiusa. Questa impedisce che l’aria esterna potenzialmente contaminata penetri all’interno del rifugio quando qualcuno entra o esce mentre la ventilazione è in funzione.

Le nuove costruzioni

«È chiaro - continua il capo del Servizio costruzioni della Protezione civile - che risulta impossibile per un abitante di Bedretto raggiungere un rifugio ad Ascona in piena situazione di emergenza». Dunque, nonostante i posti letto di tutti i rifugi sommati del Ticino possano ospitare facilmente tutta la popolazione residente, non è detto che i singoli Comuni garantiscano lo stesso. «Per questa ragione stiamo lavorando alla costruzione di nuovi rifugi pubblici al fine di tutelare gli abitanti di ogni località del Cantone» dichiara il funzionario cantonale.
«Grazie a progetti comunali sinergici stiamo stiamo provvedendo alla costruzione di nuovi rifugi pubblici. Attualmente siamo in fase di realizzazione in un importante cantiere nel Comune di Terre di Pedemonte. Ogniqualvolta vi è un progetto finanziato dall’ente pubblico ci attiviamo per verificarne la fattibilità e il possibile uso in tempo di pace al fine di coprire le zone in cui è presente il disavanzo, assicurando nel contempo un’infrastruttura che deve poter essere utilizzata nella quotidianità».

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