Verdi sì, ma di facciata: «Le banche dell’Ue fanno soldi con l’inquinamento»

Sara Bracchetti

6 Dicembre 2023 - 13:49

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La denuncia di un gruppo di ricercatrici è stata pubblicata su un blog, dal quale la Bce non ha preso le distanze.

Verdi sì, ma di facciata: «Le banche dell'Ue fanno soldi con l'inquinamento»

Troppo facile dichiarsi belli e buoni. Talvolta, la facciata nasconde per bene verità opposte; finché qualcuno prende coraggio e prova a dichiararle in maniera indipendente, assumentosi rischi e conseguenze. Stavolta si punta il dito contro le banche dell’Unione: che sbandierano di essere ambientaliste ma, di fronte al business, non badano a nessuna etica. O almeno così dicono quattro ricercatrici della Bce, in un blog indipendente pubblicato poco fa.

Predicare bene, razzolare male

L’accusa è di quelle che fanno clamore: proprio le banche più facili a farsi pubblicità intorno a politiche ambientali positive sono quelle che concedono meno prestiti al settore green e non fanno fatica a concedere denaro a chi si distingue per notevoli emissioni di carbonio. Un’incongruenza documentata da Mariassunta Giannetti, Martina Jasova, Maria Loumioti, Caterina Mendicino, dalle quali la Bce, per il momento almeno, non ha ancora preso le distanze.

Oltre 550 istituti controllati

«Le banche hanno un ruolo cruciale nel finanziare la transizione verso un’economia più verde - è scritto nel blog, che pare abbia preso in considerazione la situazione di 109 gruppi dell’area euro per oltre 550 istituti controllati - Ecco perché le autorità di vigilanza e gli investitori monitorano attentamente le informazioni ambientali delle banche». E ancora: «La cruda rivelazione della nostra ricerca risiede nella discrepanza tra il modo in cui le banche parlano delle intenzioni ambientali e il modo in cui concedono i prestiti».

Specializzate nel "brown"

Dall’analisi dei prestiti, mettono in luce le ricercatrici, emerge addirittura una sorta di specializzazione nell’erogazione alle industrie brown. «Ciò è coerente con l’ipotesi che le banche con una maggiore esposizione alle industrie con alte emissioni di carbonio siano sottoposte a maggiori pressioni per divulgare le loro strategie ambientali e i loro piani di decarbonizzazione. La quantità di divulgazione ambientale è correlata anche a rating ambientali più elevati, forniti da agenzie di rating esterne».

Preferiti i piccoli debitori

«Ciò è particolarmente vero per i nuovi prestiti ai piccoli debitori, che non sono osservabili dagli investitori e dagli stakeholder. Le politiche di prestito delle banche con maggiore divulgazione ambientale non indicherebbero greenwashing se queste banche finanziassero la transizione dei mutuatari brown verso tecnologie a basse emissioni. Ma scopriamo che le aziende con emissione di carbonio maggiore che ottengono prestiti da banche con un’informativa ambientale più ampia non finiscono per diminuire le loro emissioni o per impegnarsi in obiettivi di emissione volontari. Sorprendentemente, queste banche mostrano anche una riluttanza a concedere prestiti a imprese giovani in industrie brown - imprese che potrebbero potenzialmente guidare l’innovazione in tecnologie più pulite».

Un milione e 800mila prestiti in esame

Per arrivare a questa conclusione, sarebbero state analizzate ben 1.397 relazioni degli investitori e reports delle banche, raccolte dalla banca dati di AnaCredit. Un milione e 800mila i prestiti esaminati, a partire da un’esposizione minima dell’azienda pari a 25.000 euro di debito.

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