Assemblea generale di Ubs, fusione con CS senza l’ok degli azionisti. Colm Kelleher: «Non c’era tempo»

Chiara De Carli

05/04/2023

05/04/2023 - 16:02

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Oggi è anche il primo giorno di lavoro di Sergio Ermotti che, in qualità di amministratore delegato, entrerà in carica a seguito della riunione.

Assemblea generale di Ubs, fusione con CS senza l'ok degli azionisti. Colm Kelleher: «Non c'era tempo»

Dopo Credit Suisse, oggi è il turno dell’assemblea generale di Ubs. Al St. Jakob Halle a Basilea, sono stati discussi diversi punti, tra cui l’acquisizione di Credit Suisse. Tra gli altri temi: i compensi dei top manager e le responsabilità della banca sui cambiamenti climatici.

Evento unico

La fusione rappresenta uno dei temi più caldi e come è noto i soci non avranno voce in capitolo. «Dovevamo agire immediatamente per stabilizzare la situazione», ha affermato il presidente Colm Kelleher, secondo il testo del discorso all’assemblea generale di Ubs. Il tempo per consultare gli azionisti non c’era. Dunque, il governo svizzero ha reso possibile l’operazione di salvataggio, ricorrendo al diritto di urgenza e mettendo da parte le normative create per questi eventi. «Purtroppo, quindi, non siamo stati in grado di ottenere il vostro consenso». Allo stesso tempo, però, si è detto convinto «di aver preso la decisione giusta».
Una decisione che secondo Kelleher comporterà sia rischi significativi, ma anche grandi opportunità. La transazione rappresenta «la prima fusione di due banche di importanza sistemica globale: la sua esecuzione è tutt’altro che semplice e comporta enormi rischi», ha detto. Ma si tratta anche di «un nuovo inizio per una banca combinata e per l’intera piazza finanziaria svizzera che offre grandi opportunità». Il manager ha tenuto poi a precisare che l’acqusizione non condizionerà la strategia di Ubs. Un obiettivo chiave che non deve intaccare le iniziative di crescita.
Da riprendere «il più rapidamente possibile» i riacquisti di azioni proprie che sono stati temporaneamente sospesi. All’ordine del giorno è stata lasciata la proposta di un nuovo programma di acquisto di azioni proprie per l’anno in corso.
L’acquisizione consente alla piazza finanziaria di rimanere un importante pilastro del benessere in Svizzera. «Rappresenta una soluzione stabile e sostenibile», ha affermato Kelleher. E sebbene l’acquisizione non sia stata avviata in principio da Ubs, ritiene comunque la transazione interessante per gli azionisti della prima banca svizzera.

Il disappunto degli azionisti

Gli azionisti hanno espresso il loro disappunto nei confronti del cda di Ubs. Il presidente Colm Kelleher è stato riconfermato con un’ampia maggioranza, ma ha ottenuto il peggior risultato del cda con quasi il 90% di voti favorevoli. Gli altri membri sono stati rieletti con almeno il 94% del consensus.
Gli azionisti hanno poi lanciato un segnale a favore dei dipendenti di CS. Friedrich Dumke, presidente della rappresentanza dei dipendenti Ubs in Svizzera ha affermato: «Per me è importante che nei prossimi mesi, ci trattiamo reciprocamente con rispetto e che vengano trovate soluzioni eque per le persone coinvolte».

Il ritorno di Ermotti

Oggi è anche il giorno del ritorno in carica di Sergio Ermotti, in qualità di amministratore delegato di Ubs, che tuttavia non è stato presente alla riunione. «Sono fiducioso - ha detto il presidente della direzione uscente, Ralph Hamers - che con il suo curriculum e la sua esperienza, condurrà la banca in modo sicuro attraverso la prossima fase». «Come sapete, ho presentato le mie dimissioni nell’interesse dell’azienda e dei suoi azionisti, nell’interesse della Svizzera e del suo settore finanziario», ha aggiunto. Ermotti assumerà la carica di ceo a seguito dell’assemblea generale. Il ticinese, già numero uno di Ubs tra il 2011 e il 2020, è stato nominato dal cda lo scorso 29 marzo, subentrando ad Hamers.
Stando al manager dimissionario, la fusione rappresenta una grande opportunità. Dall’unione delle due banche sarà creato un istituto con attivi in gestione per un totale di 5000 miliardi di dollari. Rafforzando così la posizione di Ubs in qualità di gestore patrimoniale. Così come la gestione patrimoniale per l’Asset Management che gestirà un patrimonio combinato di 1500 miliardi.
Il vicepresidente di Ubs, Lukas Gähwiler nel suo intervento ha assicurato che il marchio Credit Suisse «rimarrà per il prossimo futuro, poiché ben radicato in Svizzera» e aggiungendo che le divisioni della banca saranno esaminate attentamente «nell’interesse di tutti».

Fusione, una questione di anni

L’acquisizione dovrebbe essere completata in pochi mesi, mentre la fusione dovrebbe richiedere altri tre o quattro anni. Procedure che tuttavia non includono ancora la liquidazione completa dell’Investment banking di Credit Suisse, ha precisato Kelleher.

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