Acquisto caccia bombardieri: si va verso il referendum?

Chiara De Carli

27/05/2022

27/05/2022 - 10:27

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L’alleanza "Stop F-35" ha reso noto di aver raggiunto la fatidica soglia delle 100 mila firme e ora punta a consegnare le sottoscrizioni raccolte alla Cancelleria federale entro l’estate.

Acquisto caccia bombardieri: si va verso il referendum?

Sono state raccolte le 100 mila firme necessarie per chiedere di vietare l’acquisto dei caccia bombardieri. A dichiararlo l’alleanza “STOP F-35” che in una nota ha spiegato di voler depositare le sottoscrizioni alla Cancelleria federale in estate.
Dunque, per socialisti, Verdi e Gruppo per una Svizzera senza esercito rimane aperta la possibilità di una votazione popolare. E ipotizzano l’eventuale referendum prima della scadenza dell’offerta di acquisto in quanto non vi sarebbero opposizioni dal punto di vista giuridico. Per questo, l’alleanza mette in evidenza la necessità di una discussione sul loro acquisto.

Urgenza di dibattito

Secondo Marionna Schlatter (Verdi/Zh), citata nella nota diffusa dal comitato dell’iniziativa, il dibattito è urgente a fronte dell’esplosione dei costi degli F-35, delle conseguenze di politica estera e delle numerose carenze di questo caccia.

Per il Consiglio federale si va avanti

Solo una settimana fa, il Consiglio federale ha annunciato l’intento di voler accelerare il processo di acquisto dei nuovi jet da combattimento. I contratti, a detta dell’esecutivo, potrebbero essere firmati prima della scadenza del 31 marzo 2023, a seguito della richiesta della Commissione politica di sicurezza degli Stati.
Secondo il governo una votazione sull’iniziativa sarebbe possibile solo nel 2024. Poiché in caso di rinegoziazione, non è certo che sia possibile mantenere le stesse condizioni, gli stessi prezzi e i termini di consegna per l’acquisto dei caccia F-35A.

Iniziativisti: scelta non democratica

Una posizione discutibile per l’alleanza "STOP F-35" da un punto di vista democratico. Secondo gli iniziativisti: «Dimostra che il Consiglio federale e i partiti borghesi hanno molta paura di questo dibattito».

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