Obbligo del certificato COVID: le reazioni della politica svizzera

Gabriele Stentella

09/09/2021

09/09/2021 - 11:58

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L’estensione del certificato COVID per gli ingressi in numerosi luoghi al chiuso già suscita aspre critiche da parte di alcuni partiti politici. Chi è contro e chi è invece a favore di questa misura?

Da lunedì prossimo l’ingresso in determinati luoghi al chiuso sarà permesso solamente ai possessori di certificazione COVID. Questo è quanto hanno deciso i consiglieri federali nella giornata di ieri dopo lunghi colloqui.

Il certificato COVID è disponibile per tutti gli over 16 che hanno ultimato la vaccinazione o sono guariti dopo aver avuto la malattia causata dal coronavirus. Fino a questo momento l’obbligo di esibirlo era previsto solo per l’accesso a luoghi come discoteche, sale da ballo, club o eventi con più di 1.000 partecipanti. A partire dal 13 settembre la sua obbligatorietà sarà invece estesa a numerose altre attività al chiuso, come per esempio ristoranti, cinema, teatri o luoghi in cui praticare attività sportiva.

Quali partiti politici hanno accolto positivamente questa misura e quali invece già hanno manifestato aperto dissenso nei suoi confronti?

Obbligo certificato COVID: il PS e Verdi accolgono positivamente, ma non senza qualche precisazione

I partiti di Sinistra hanno manifestato la loro soddisfazione nei confronti dell’estensione dell’obbligo di certificazione COVID, proposta tra l’altro dall’esponente socialista Alain Berset. Tuttavia non sono mancate alcune precisazioni riguardanti diversi punti critici che la nuova misura conterrebbe.

I Verdi in particolare hanno manifestato la loro preoccupazione riguardo i tamponi che a partire da ottobre saranno completamente a carico di chi è sprovvisto di certificazione. Diversi parlamentari ecologisti stanno pertanto chiedendo la modifica di questa punto. Sul fronte socialista rimangono invece alcune insoddisfazioni nei confronti della vaccinazione, che non sarebbe ancora garantita a tutti. In un’intervista la co-presidentessa del PS Mattea Meyer è tornata a chiedere ai Cantoni di disporre centri vaccinali nelle scuole o anche nei negozi, in modo tale da assicurare le due dosi di vaccino a quanti non hanno potuto sottoporvisi.

Il PS rimane poi dell’avviso che l’accesso ai servizi essenziali non debba essere vincolato dal possesso del certificato COVID.

UDC è in aperto contrasto con l’esecutivo

Tra le forze politiche di Centro-Destra, l’Unione Democratica di Centro è l’unica che per il momento si è fermamente opposto alla decisione del Consiglio federale.

Molti esponenti democentristi hanno etichettato la misura come una vera e propria "molestia" nei confronti della popolazione svizzera, aggiungendo inoltre che l’esecutivo dovrebbe avere più a cuore la difesa dei confini e il controllo delle entrate di persone dai paesi in cui la pandemia non è ancora sotto controllo.

Non sono inoltre mancati apprezzamenti da parte di esponenti dell’UDC nei confronti dei manifestanti che oggi hanno espresso il loro dissenso a Berna di fronte al parlamento.

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