In Svizzera il 33% dei ricoverati proviene dai Balcani

Gabriele Stentella

26/08/2021

07/09/2021 - 20:22

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Circa un terzo dei ricoverati per COVID-19 negli ospedali svizzeri ha soggiornato nei Balcani o ha avuto contatti con soggetti che lo hanno fatto. Come si spiega questo fenomeno?

La task-force scientifica della Svizzera non sembra nutrire dubbi riguardo la preoccupante incidenza dei ricoveri tra i soggetti che sono transitati per la regione balcanica.

Una conferma a questa ipotesi giunge anche da diverse associazioni composte da cittadini balcanici residenti nella Confederazione, le quali hanno in più occasioni lanciato l’allarme riguardo la bassissima incidenza della vaccinazione contro il coronavirus in paesi quali Kosovo, Macedonia del Nord, Albania e Bosnia-Erzegovina.

Cosa dicono i dati? E quali possono essere le soluzioni a questa preoccupante situazione?

COVID dai Balcani: cause e conseguenza per la Svizzera

Nella regione balcanica molti paesi hanno scelto di non seguire una linea dura nei confronti della pandemia. La situazione ovviamente cambia da paese a paese, ma nel complesso non si sono messe in atto le medesime restrizioni che i residenti in Svizzera hanno invece conosciuto. In molti stati è possibile partecipare a feste ed eventi pubblici senza mascherinacertificati vaccinali. Non sorprende infatti che molti ricoverati nei reparti COVID abbiano riferito di aver presenziato a eventi pubblici o privati nei quali è mancata ogni misura di contenimento.

Stando al parere dei portavoce delle principali associazioni di migranti provenienti da questa parte d’Europa, la vaccinazione non sarebbe diffusa a causa di un sentito nazionalismo, che il più delle volte porta una parte di cittadini balcanici a non seguire direttive diverse rispetto a quelle del paese di provenienza. Sempre secondo le associazioni, sembrerebbe inoltre che molti migranti siano più propensi a credere in fake news sulla COVID e teorie prive di solide basi scientifiche su cure alternative.

Oltretutto in alcuni di questi paesi si sono somministrati vaccini contro la COVID-19 che non hanno ancora ricevuto le autorizzazioni necessarie da parte delle autorità svizzere ed europee. Questi vaccini potrebbero non essere efficaci contro le nuove variante del coronavirus e di recente si è appreso anche di pazienti ricoverati in terapia intensiva nonostante avessero ultimato la vaccinazione con questi preparati.

Come si pensa di risolvere il problema?

Le autorità svizzere si stanno interrogando sulle possibili soluzioni a questo problema. In accordo con le comunità di appartenenza, molti esperti hanno proposto il lancio di campagne di vaccinazione aventi come sponsor personaggi molto popolari nei paesi di appartenenza dei soggetti non ancora vaccinati, in modo da allontanare ogni diffidenza nei confronti del vaccino.

Inoltre è al momento al vaglio la proposta riguardante la promozione del vaccino nelle lingue native dei cittadini balcanici, in modo tale da fornire informazioni mediche anche a chi non ha ancora molta dimestichezza con le quattro lingue ufficiali della Confederazione.

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