COVAX: perché il piano di vaccini voluto dall’OMS non sta funzionando

Claudia Mustillo

11 Giugno 2021 - 10:53

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Il programma COVAX nasce con l’obiettivo di garantire l’accesso ai vaccini anti-Covid anche ai Paesi a basso e medio reddito. Inizialmente il progetto era quello di distribuire 2 miliardi di dosi entro il 2021, cifra ridotta successivamente a 1,3 miliardi di dosi. Come procede il piano di vaccini COVAX?

Il programma internazionale COVAX, acronimo di Covid-19 Vaccines Global Access, è nato lo scorso aprile 2020 per volontà dell’OMS e della GAVI, l’organizzazione - con sede a Ginevra- che cerca di migliorare l’accesso ai vaccini nei Paesi in via di sviluppo.

Lo scopo dell’iniziativa è quello di garantire l’accesso ai vaccini anti-Covid anche a tutti quei Paesi a basso e medio reddito che potrebbero risultare svantaggiati in questa corsa all’approvvigionamento.

Ad aderire al programma COVAX, sotto forma di principali finanziatori, troviamo: l’Unione Europea, dove la Commissione ha stanziato circa 1 miliardo di euro (più del doppio della somma prevista inizialmente), la Cina e gli Stati Uniti. Questi ultimi sono entrati nel progetto con il Presidente Biden, dopo un iniziale rifiuto della Casa Bianca, sotto l’amministrazione Trump.

L’obiettivo del programma COVAX è quello di acquistare 1,3 miliardi di vaccini anti-Covid entro il 2021, attraverso negoziati ad hoc con le diverse aziende produttrici. Al momento, però, secondo la lettera scritta - a margine del G7 - dal Primo Ministro inglese, Boris Johnson, sono state distribuite solamente 80 milioni di dosi.

COVAX: come sta procedendo la distribuzione dei vaccini?

L’importanza del piano di distribuzione dei vaccini, per la salute globale e la lotta alla diffusione della pandemia, è evidente: «nessuno sarà davvero al sicuro finché non lo saremo tutti», come ha giustamente sottolineato il Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi.

Il programma COVAX è lo strumento migliore per raggiungere questo obiettivo, dal momento che dovrebbe permettere di procedere con la campagna di vaccinazione anche nei Paesi più in difficoltà e più a rischio.

Se inizialmente il programma era quello di distribuire 2 miliardi di dosi di vaccino entro il 2021, questo è già stato ridimensionato a 1,3 miliardi di dosi e, secondo la tabella disponibile sul sito della WHO, tra febbraio e maggio 2021 sono state assegnate, in totale, 237 milioni di dosi a 142 Paesi. Secondo il Primo Ministro inglese, però, sono stati realmente forniti solamente 80 milioni di vaccini.

L’amministrazione Biden ha annunciato, poco prima dell’avvio del G7, l’acquisto di 500 milioni di dosi del vaccino Pfizer- BioNTech da destinare al programma COVAX, di queste: 200 milioni nel 2021 e 300 milioni nel 2022. Mentre Boris Johnson ha rilanciato dichiarando 1 miliardo di dosi in arrivo entro la fine dell’anno.

Tra le cause dei rallentamenti del programma COVAX certamente la situazione dell’India ha giocato un ruolo fondamentale. Ricordiamo che il Primo Ministro Narendra Modi, a inizio anno aveva annunciato di aver sconfitto la pandemia e che avrebbe reso l’India la “farmacia del mondo”, grazie al ruolo cruciale nella produzione di vaccini. Ma con l’aumento dei contagi e la situazione epidemiologica fuori controllo, l’India ha sospeso la produzione dei vaccini negli ultimi mesi e il COVAX ha dovuto rallentare le spedizioni.

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