Svizzera e Nato sempre più vicine? Amherd lo smentisce

Chiara De Carli

16/05/2022

16/05/2022 - 13:50

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Mentre Finlandia e Svezia preparano la domanda di adesione alla Nato, la Svizzera ribadisce l’incompatibilità con lo status di neutralità, nonostante negli ultimi mesi i rapporti tra Confederazione e l’Organizzazione si siano intensificati.

Svizzera e Nato sempre più vicine? Amherd lo smentisce

Era il 1996 quando la Svizzera insieme ad altri Stati aderiva al Partenariato per la pace (Pnp), diventando così partner dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (Nato). I rapporti dunque non sono affatto nuovi, ma nonostante ciò e nonostante la guerra in Ucraina abbia messo in risalto l’esigenza da parte del Paese di dover rafforzare la cooperazione internazionale con Europa e Stati Uniti, il suo ingresso è fuori discussione. Lo ha ribadito da Viola Amherd, capo del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (Ddps) che nel corso della conferenza stampa svoltasi in occasione della sua visita a Washington settimana scorsa ha sottolineato che «questo passo per la Confederazione non è in discussione» poiché «non sarebbe conciliabile con la neutralità elvetica».

Acquisto F35

Alla conferenza stampa era presente anche Kathleen Hicks, vicesegretaria alla Difesa statunitense che ha evidenziato il cambiamento del contesto di sicurezza in Europa a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. E a tal proposito ha ribadito di sostenere la Svizzera nell’acquisto dei 36 aerei F-35A e cinque sistemi di difesa aerea terrestre Patriot. In questo modo, la capacità di difesa svizzera, l’interoperabilità e la cooperazione con altri stati potrebbero migliorare. Nonostante l’iniziativa contro l’acquisto degli F-35 A, la consigliera federale si è detta convinta che l’accordo si concluderà come previsto.

Visita alla fabbrica di cacciabombardieri

La visita negli Stati Uniti ha portato Amherd a visitare la fabbrica di cacciabombardieri F35 della Lockeed Martin. Il loro acquisto è associato ad affari di compensazione del 60% del valore contrattuale. Grazie agli accordi di compensazione – secondo la consigliera federale – torneranno nella Confederazione più di 4 miliardi di franchi.

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