«Il Consiglio nazionale - ha scritto - ha aumentato l’incertezza per la Svizzera come piazza economica».
Dopo il secondo «no» del Nazionale ai crediti da 109 miliardi di franchi, concessi da Banca nazionale svizzera e Confederazione per il salvataggio di Credit Suisse da parte di Ubs, anche la piazza economica prende posizione. Lo fa nelle parole molto dure che la presidente di economiesuisse Monica Ruhl ha messo nero su bianco, in un comunicato diffuso nella serata di mercoledì.
Ecco che cosa ha scritto:
«Senza un sistema finanziario stabile l’economia svizzera non esisterebbe. Invece di assumersi la responsabilità e creare calma - per il Paese, i cittadini e l’economia - mercoledì pomeriggio il Consiglio nazionale ha aumentato l’incertezza per la Svizzera come piazza economica. Con il loro approccio intransigente, l’Udc e il Ps mettono in pericolo la concordanza e quindi il modello di successo della Svizzera».
Senza salvataggio danni non quantificabili
«L’economia si rammarica del no giunto da parte del Consiglio nazionale in merito al prestito d’urgenza per il salvataggio di Credit Suisse. Senza l’operazione di salvataggio del Consiglio federale, della Banca nazionale e della Finma, una banca svizzera di importanza sistemica in una situazione internazionale molto tesa, avrebbe potuto innescare dall’oggi al domani una crisi dei mercati finanziari globali. Il danno all’economia svizzera: non quantificabile. Al momento non esiste alcuna soluzione diversa da quella trovata. Pertanto, la stabilizzazione della situazione deve ora avere la massima priorità. Ha anche bisogno di un’elaborazione pulita degli eventi. Una possibile soluzione era sul tavolo per entrambi».
Prestiti non legittimati dal Parlamento
Nella mattinata di mercoledì, infatti, il Consiglio degli Stati aveva provveduto ad aggiungere delle condizioni quadro per obbligare il Consiglio federale a rivedere la legge d’urgenza da applicare in caso di necessità per il salvataggio delle banche. In questo modo, secondo diversi interlocutori, si sarebbe potuto mettere una base per gestire eventuali prossime crisi.
«Tuttavia, Udc, PS e Verdi nel Consiglio nazionale non hanno voluto nemmeno entrare in una proposta di compromesso che avrebbe fatto molta strada per soddisfare le loro richieste. Il fatto che le parti non si assumano le proprie responsabilità nella crisi è incomprensibile per l’economia svizzera. Tanto più che nei prossimi mesi la Svizzera dovrà ancora far fronte a notevoli incertezze economiche.
Una Svizzera senza una piazza finanziaria forte significa meno competitività, nessuna valuta svizzera forte e costi di finanziamento in aumento per tutti. Gli affari non richiedono che tu ti metta al lavoro come al solito. Ma dire di no non è una soluzione alle sfide attuali. Quello che è successo deve essere completamente spiegato. Invece di spianare la strada a questo, i due partiti polari hanno impedito una rapida soluzione e stabilizzazione con il loro blocco».
E conclude: «Nelle prossime settimane, economiesuisse sosterrà con forza una revisione approfondita come base per soluzioni mirate nell’interesse della piazza economica svizzera».
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