Il 2020 è stato uno degli anni più caldi e i cambiamenti climatici non accennano ad arrestarsi. Quali sono i rischi per la Svizzera?
A pochi giorni dal summit virtuale dei leader sul clima richiesto dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden – per raggiungere gli obiettivi dello storico accordo di Parigi 2015– torna l’allarme sui cambiamenti climatici. Il 2020 è stato uno degli anni più caldi: a giugno nel circolo polare articolo è stata registrata la temperatura record di 38°C. Secondo il rapporto sullo stato del clima globale, dell’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM), la temperatura media globale nel 2020 era di circa 1,2 gradi Celsius, cifra molto vicina al limite di 1,5 gradi Celsius che secondo gli scienziati potrebbe avere un impatto peggiore nei confronti del cambiamento climatico. Dal 2015 sono stati registrati gli anni più caldi, “Siamo sull’orlo dell’abisso”, ha detto il segretario generale António Guterres nella conferenza stampa che annuncia i risultati.
Il rapporto ha anche rilevato che le concentrazioni dei principali gas a effetto serra hanno continuato ad aumentare nel 2019 e 2020, con questo trend si potrebbe raggiungere o superare le 414 ppm (parti per milione) quest’anno; anche l’acidificazione e la deossigenazione degli oceani sono continuate influenzando gli ecosistemi, ma anche la pesca. Infine nel 2019 era stato registrato il livello di calore oceanico più alto e la tendenza all’aumento non sembrerebbe interrompersi nel 2020. Proprio alla luce di questi risultati, il rapporto sottolinea il bisogno di un’azione climatica tempestiva e soprattutto incisiva.
Cambiamenti climatici, quali sono i rischi per la Svizzera?
La Svizzera in quanto paese alpino risente in modo particolare dei cambiamenti climatici, infatti sembrerebbe che il paese si stia riscaldando a una velocità veramente elevata, il doppio della media mondiale. Dal 1864 la temperatura media in Svizzera è aumentata di circa 2 gradi celsius. Particolarmente colpiti dal cambiamento climatico e dall’aumento di temperature sono i ghiacciai svizzeri che, dal 2010, ogni anno perdono il 2% della loro massa.
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I cambiamenti climatici inoltre comportano ondate di calore e siccità, ma anche l’aumento del rischio di inondazioni, frane e altri pericoli che danneggiano popolazione e agricoltura. Il Consiglio Federale e il Parlamento, proprio per questo, si erano mossi con l’intento di ridurre le emissioni di CO2 con la revisione della legge sulla CO2, che mira a dimezzare – entro il 2030 - le emissioni di gas serra nel paese.
La revisione della legge sulla CO2
La revisione della legge sulla CO2 è stata però ampiamente criticata dagli ambienti economici (in parte protagonisti delle trasformazioni previste nella revisione), che l’hanno definita – come riportato da RSI News – “costosa e inefficace”, dal momento che una riduzione nazionale non impatterebbe – secondo questi – a livello globale; ma anche dagli attivisti che hanno giudicato il progetto insufficiente. Secondo gli attivisti la revisione non è abbastanza incisiva per arginare i cambiamenti climatici in atto. L’ultima parola rimane quella dei cittadini, che sono chiamati a esprimersi sulla revisione il prossimo 13 giugno 2021.
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