INTERVISTA La responsabilità sociale d’impresa vale anche per le istituzioni. Gobbi: «Servono soluzioni condivise»

Chiara De Carli

21/11/2022

16/12/2022 - 16:45

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E invita i Comuni ad attivarsi, in maniera coordinata con Cantone e Confederazione, per farsi promotori di comportamenti socialmente responsabile.

INTERVISTA La responsabilità sociale d'impresa vale anche per le istituzioni. Gobbi: «Servono soluzioni condivise»

Nell’indagine sulle piccole e medie imprese (Pmi) svizzere, pubblicata la scorsa settimana da Axa Svizzera, è emerso che soltanto il 28% delle imprese intervistate attua misure nell’ambito della sostenibilità. Carenza di fondi e poche risorse umane su cui far affidamento, sono gli ostacoli più comuni che un’azienda incontra lungo questo processo di trasformazione. Dallo studio si evince inoltre che una Pmi su quattro ritiene di essere svantaggiata rispetto alle grande aziende, valore che sale al 44% per attività con un organico tra i 10 e i 49 dipendenti.
La scelta da parte di un’azienda di rivedere le proprie policy inerenti all’inquinamento atmosferico rientrano nella cosiddetta Responsabilità sociale (Csr), ovvero un’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate, compreso il territorio in cui operano. Cosa si può fare dunque per indirizzare imprese e istituzioni in questa direzione?
Per innescare un circolo virtuoso, e far emergere le buone pratiche già esistenti, il prossimo 6 dicembre all’Auditorium della Scuola cantonale di commercio a Bellinzona, il Dipartimento delle finanze e dell’economia (Dfe) e il Dipartimento delle istituzioni (Di) del Cantone Ticino, propongono l’evento “Responsabilità sociale delle imprese e dei Comuni”, rivolto ai rappresentanti delle realtà aziendali, ma anche a politici e funzionari del settore pubblico cantonale e comunale. All’iniziativa, sarà presente anche il Consigliere di Stato e direttore del Di, Norman Gobbi che, interpellato da Moneymag, spiega: «Insieme al collega di Governo Christian Vitta abbiamo deciso di promuovere un evento che per la prima volta permette alle aziende e ai Comuni di discutere allo stesso tavolo di responsabilità sociale. Ci siamo resi conto che non si possono affrontare questi temi in modo distinto, ma è opportuno trovare soluzioni condivise per essere davvero incisivi e garantire alle cittadine e ai cittadini un’adeguata qualità di vita residenziale».

Direttore, a che punto sono imprese e Comuni del Ticino a riguardo?
«La pandemia ha offerto l’occasione per rafforzare alcune dinamiche in atto, tra cui quella della responsabilità sociale delle imprese, che il Consiglio di Stato aveva inserito nel Programma di legislatura 2019-2023, e quella dei Comuni, che con le proprie politiche e i propri apparati amministrativi hanno pure una responsabilità in questo ambito. La promozione della qualità di vita residenziale, sia per le persone fisiche che per quelle giuridiche (le imprese), non può avvenire senza un occhio di riguardo nei confronti della sostenibilità del proprio agire».

Quali sono le buone pratiche che i Comuni possono mettere in campo?
«I Comuni sono chiamati ad attivarsi, in maniera coordinata con Cantone e Confederazione, facendosi promotori di comportamenti socialmente responsabili. Ciò significa in primo luogo riconoscere il proprio ruolo e la propria missione all’interno del nostro sistema istituzionale, differenziandolo da quello degli altri due livelli di governo. Anche su questo fronte il periodo di pandemia ha evidenziato l’importanza degli enti locali nel determinare la qualità di vita di coloro che in situazione di grave crisi necessitavano di un sostegno comunitario. Ciò avviene in modo particolare sviluppando politiche proprie in ambiti quali l’impegno civico, la qualità dell’ambiente, l’infrastruttura e i servizi, la cultura e il tempo libero e la situazione abitativa».

Cosa vuol dire essere un Comune socialmente responsabile?
«Significa promuovere politiche locali sostenibili, ossia attente al benessere economico, sociale e ambientale dell’intera collettività. Alle dimensioni più squisitamente istituzionali si aggiungono quelle operative, che vedono il Comune confrontarsi con le imprese in quanto esso stesso erogatore di beni e servizi».

Se un’azienda o un’istituzione dovesse scegliere la strada della responsabilità sociale cosa può fare?
«Quello che cerchiamo di fare, anche attraverso questo evento, è di sensibilizzare aziende e Comuni su questi temi e di creare una cultura condivisa, invitandoli ad applicarli nei loro rispettivi contesti e ambiti di attività. Si tratta di una serie di raccomandazioni che sarebbe auspicabile fossero seguite».

Quali strumenti si possono fornire a istituzioni e imprese per innescare questo circolo virtuoso?
«La Scuola universitaria della Svizzera italiana (Supsi), su mandato cantonale, sta contribuendo a svolgere degli studi di approfondimento sul tema e a misurare i progressi, mappare le buone pratiche e fornire un supporto per le attività di formazione e sensibilizzazione. Durante l’evento del 6 dicembre saranno, infatti, presentati lo studio “Responsabilità sociale delle imprese in Ticino: analisi dei questionari di autovalutazione” e l’indagine “Comune socialmente responsabile” condotti proprio dalla Supsi. Riteniamo che siano due fotografie oggettive della realtà e che offrano una serie di importanti riflessioni che possono essere attuate a livello aziendale e locale».

Qual è il ruolo del Cantone nella Responsabilità sociale?
«Il Cantone ha deciso di farsi promotore della sostenibilità ambientale, sociale ed economica e per questo ha inserito tale obiettivo nel Programma di legislatura 2019-2023. Il Dipartimento delle finanze e dell’economia e il mio Dipartimento sono particolarmente attivi su questo fronte, proprio attraverso l’attuazione dei rispettivi progetti di responsabilità sociale».

Ci spieghi meglio.
«Il ruolo assunto è quello di promotore e catalizzatore del processo di trasformazione in atto. Promotore tramite momenti di sensibilizzazione, come quello del prossimo 6 dicembre, e catalizzatore tramite sostegni diretti, come quello alle aziende che investono nella formazione di un proprio responsabile Csr, e la messa a disposizione di strumenti di lavoro, come quelli previsti sul fronte dei Comuni per accrescere la consapevolezza dell’importanza e della fattibilità di un’azione maggiormente sostenibile a livello locale.
Anche la collaborazione instaurata con lo specifico centro di competenza della Supsi, che contribuisce a svolgere degli studi di approfondimento sul tema e a misurare i progressi, mappare le buone pratiche e fornire un supporto per le attività di formazione e sensibilizzazione, costituisce un asse di intervento importante a sostegno, in ultima analisi, di un Cantone socialmente responsabile».

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