Un mese di criptovalute nei negozi a Lugano. I titolari: «Bitcoin? Non ne abbiamo ancora visti»

Matteo Casari

01/12/2022

01/12/2022 - 09:30

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Da poco più di un mese a Lugano si possono fare acquisti in Bitcoin e Tether. Ma quanto è utilizzata questa opportunità? Lo abbiamo chiesto ad acuni esercenti del centro di Lugano.

Un mese di criptovalute nei negozi a Lugano. I titolari: «Bitcoin? Non ne abbiamo ancora visti»

Nonostante gli sforzi e l’ambizione della Città di Lugano, ci sono ancora pochissimi cittadini che pagano i propri acquisti in criptovalute.
Poco fa, è stato avviato con successo il Plan ₿, un programma su scala cittadina volto a introdurre la cultura della blockchain e delle crypto tra gli esercizi commerciali della città. Il progetto coinvolge negozi, imprese e istituzioni, con lo scopo di rendere la città sul Ceresio una capitale mondiale delle criptovalute.
A partire da ottobre, gli esercenti hanno cominciato ad accettare pagamenti in Bitcoin e Tether. Oggi a Lugano si contano quasi cento attività che hanno aderito a questa iniziativa e molte altre sono pronte a partecipare.
Ma come stanno andando i pagamenti in criptovalute nei locali e nei negozi di Lugano? Parlando con alcuni esercenti locali, pare che questa iniziativa non abbia ancora trovato riscontri di rilievo tra i consumatori.

I clienti non pagano in crypto

«Soddisfatto? Sono contento di aver ricevuto il POS anche perché accetta i LVGA». Giudica così Paolo Zappa, titolare del negozio di abbigliamento sportivo Intersport Zappa in centro a Lugano, questo primo mese di adesione all’iniziativa. «Finora non abbiamo ancora ricevuto nessun pagamento in Bitcoin, e presumo che, dopo quanto successo negli ultimi quindici giorni, sarà ancora così per un po’». Il titolare fa riferimento al fallimento di FTX, una delle piattaforme di trading crypto più diffuse.
La sensazione è diffusa sia nel settore dell’abbigliamento, della tecnologia o della gastronomia. Anche Damiano, proprietario del negozio di hi-fi e home cinema Musicdoor, afferma che «per il momento non abbiamo ancora effettuato alcuna vendita in criptovalute».
Altri, come per il titolare di Dolce Vita Shop, negozio gastronomico di prodotti siciliani, si tratta solo di una questione di tempo, dato che «avendo ricevuto il POS da poco, non abbiamo ancora potuto effettuare vendite in Bitcoin». Tra i commercianti c’è chi si attendeva risultati differenti: è il caso dell’Ottica Götte: «Ci aspettavamo un feedback diverso. Almeno nella mia realtà, di esercente tra i primi ad accettare questi pagamenti in città, non ci è ancora capitato un cliente che di sua iniziativa si offra di pagare in Bitcoin o Tether. La stragrande maggioranza paga ancora con i metodi tradizionali». Il negozio di ottica in via Pessina afferma di aver ricevuto «in passato qualche transazione in criptovalute», ma con un sistema che «non ha nulla a che vedere con l’iniziativa attuale della Città».

Più apprezzati i token LVGA

La situazione sembra ben diversa per quanto riguarda i token LVGA, la moneta virtuale della città introdotta da MyLugano. Quasi un anno prima, il terreno per il Plan ₿ era stato preparato da questa iniziativa, grazie alla quale sono stati introdotti i token che si possono accumulare tramite la formula del "cashback" per poi utilizzarli nei pagamenti con le realtà che hanno aderito al programma.
«Tramite MyLugano abbiamo eseguito diverse transazioni, anche perché siamo all’interno del circuito da un po’» afferma Damiano di Musicdoor, a riprova che questo sistema è ben più diffuso tra i clienti. Lo stesso viene confermato da Dolce Vita Shop: «Abbiamo ricevuto diverse transazioni con i LVGA, specialmente ora, nel periodo natalizio, notiamo sempre più persone che pagano e accumulano questi token».
Non solo il pagamento con i LVGA risulta più diffuso di quello tramite Bitcoin, ma produce anche più soddisfazione tra gli esercenti, come nel caso di Paolo Zappa, che dichiara che «I token di MyLugano sembrano avere più successo, visto l’utilizzo che ne fa la gente. Di questo progetto della Città sono contento».
Tuttavia, anche il sistema token non soddisfa a pieno tutti, con il negozio di ottica che ammette che «con i LVGA abbiamo fatto qualche transazione in più rispetto alle crypto comuni» ma che anche in questo caso «non si parla ancora di una pratica abituale».

Meglio tenere i Bitcoin o convertirli in franchi?

Il crescente numero di esercenti pubblici che vuole aderire al Progetto Plan ₿ è dovuto principalmente al fatto che per loro non esistono spese o rischi nell’accettare questi nuovi metodi di pagamento. Infatti, i negozianti vengono dotati di un POS che accetta transazioni criptovalutarie, e viene data loro sia la possibilità di mantenerli sotto forma di Bitcoin o Tether, sia di convertirli subito in franchi.
Parlando con gli esercenti della questione, è emersa una visione condivisa. «Per adesso li convertirei direttamente in franchi. Nonostante sia un grande fruitore di tecnologia, ancora non possiedo un wallet di criptovalute. Magari lo farò più avanti» ci spiega il titolare di Dolce Vita Shop. Lo stesso vale per Damiano di Musicdoor: «Qualora dovessi ricevere pagamenti in crypto li convertirò subito i franchi» e per Paolo Zappa di Intersport Zappa: «Continuerò ad accettarli poiché ho la possibilità di convertirli subito in franchi, e il rischio è zero». Quest’ultimo riconosce anche il vantaggio della possibilità di scelta: «Certo, se uno ha un po’ di liquidità può decidere di tenerli per farne un investimento».
Anche l’Ottica Götte comprende i pro della doppia conversione: «Visto com’è stato impostato e organizzato questo progetto, per noi esercenti può solo essere che un vantaggio, potendo convertire immediatamente le transazioni in franchi». «L’iniziativa - prosegue - è stata promossa bene, però non credo che nel breve periodo ci sarà un grande ritorno».
Il tempo è destinato a giocare un fattore importante e forse serve solo che la gente si abitui a questa nuova formula. Non resta che attendere e vedere come e se le criptovalute potranno diventare la moneta del futuro, e se questa mutazione possa effettivamente partire proprio da Lugano.

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