Indici pmi: rallentano, ma superano la soglia di crescita. Poteva andare peggio

Chiara De Carli

1 Luglio 2022 - 15:42

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Prospettive rallentane, ma comunque non negative. Lo dicono gli indici pmi diffusi nella giornata di oggi.

Indici pmi: rallentano, ma superano la soglia di crescita. Poteva andare peggio

Nonostante gli economisti tranquillizzino sulle prospettive economiche della Svizzera, lo slancio tende piano piano a diminuire. Lo mostrano gli indici di gestione degli acquisti pmi di giugno diffusi da Credit Suisse. Il manifatturiero è sceso di 0,9 punti a quota 59,1. Scende anche il pmi relativo ai servizi di 1,2 punti a 59. Nonostante la lieve flessione, entrambi gli indici si mantengono al di sopra della soglia di crescita.

Va bene, nonostante tutto

I valori dunque sono compatibili con le previsioni svolte dagli esperti: tra 57 e 59,3 punti per l’industria e compresi tra 58 e 653 per i servizi. Inoltre dagli indici traspare un certo ottimismo dei gestori degli acquisti sugli sviluppi economici futuri.
Anche perché al culmine della crisi causata dal coronavirus, gli indici mostravano una situazione ben peggiore: l’indice industria era sceso a 41,2 punti mentre quello dei servizi a 21,4 punti.

Manifatturiero

Per il settore manifatturiero, sul fronte delle catene di approvvigionamento, sembra andare meglio secondo gli esperti. Solo il 35% dei partecipanti al sondaggio ha mostrato tempi di attesa più lunghi. Mentre sul lato della produzione, si iniziano a vedere i primi segnali di debolezza, nonostante il portafoglio ordini rimanga ancora elevato. In questa prospettiva è chiaro che il 32% delle aziende ha dichiarato di aver assunto più personale.
Per quanto riguarda l’inflazione la situazione risulta diversa. Il 70% deve ancora affrontare l’aumento dei prezzi di acquisto. In questi mesi le aziende hanno cercato di fronteggiare la crescita dei prezzi utilizzando le scorte di magazzino. Ora che stanno per finire devono studiare altre soluzioni per ovviare a eventuali problemi. Il 42% ha dichiarato di aver fatto scorta di prodotti intermedi, il che dovrebbe mitigare il rischio di interruzioni della produzione.
Qualche settimana fa, la Bns aveva deciso di aumentare i tassi d’interesse. Una misura che per ora non ha causato forti conseguenze: per ora solo l’11% delle aziende ha deciso di ridurre i propri interessi. Questo perché i costi per interesse rappresentano solo una frazione dei costi totali. L’80% comunque suppone che nei prossimi mesi saranno destinati a salire ulteriormente.

Servizi

Dagli indici diffusi il settore dei servizi mostra la perdita di slancio, anche se la lettura indica una ripresa del consumo interno. E grazie dunque alle buone prospettive che si riscontrano sul mercato del lavoro, è prevedibile una ripresa nel prossimo futuro.
Come nell’industria la crescita è contrastata dall’aumento dei prezzi di acquisto. Ne risulta quindi un aumento conseguente da parte delle aziende (il 41%), nonostante questo l’incremento relativamente basso dei prezzi di vendita indica un potere di determinazione dei prezzi limitato a livello nazionale.

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