Cina: nel terzo trimestre Pil al 3,9%. La politica Zero-Covid tiene ancora in ostaggio l’economia

Chiara De Carli

24/10/2022

24/10/2022 - 12:36

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Secondo gli esperti i dati economici e commerciali sono un chiaro segnale di un’economia che fatica a riprendere slancio.

Cina: nel terzo trimestre Pil al 3,9%. La politica Zero-Covid tiene ancora in ostaggio l'economia

Erano attesi con impazienza i dati sul prodotto interno lordo cinese, dopo il rinvio della loro pubblicazione a causa del XX Congresso nazionale del Partito comunista che ha affidato al presidente Xi Jinping un inedito terzo mandato alla guida del Partito comunista cinese (Pcc).
La Cina ha registrato nel terzo timestro un Pil in rialzo del 3,9%, lo 0,4% in più rispetto al trimestre precedente. A riferirlo l’Ufficio nazionale di statistica lunedì.
La seconda economia mondiale ha quindi mostrato chiari segnali di ripresa, nonostante le tensioni causate dalla fresca rielezione di Xi Jiping a capo dello Stato e della sua politica “Zero-Covid” che in questi mesi ha messo in pericolo l’economia della sua nazione.

Dati economici e commerciali traballanti

Sabato, dopo la conclusione del congresso del partito, Xi Jinping ha definito l’economia cinese «resiliente». «La Cina non può svilupparsi isolata dal mondo», ha poi aggiunto.
La domanda globale in diminuzione contribuisce a un rallentamento delle esportazioni cinesi, che a settembre sono aumentate del 5,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ma in calo rispetto ad agosto quando registravano un incremento circa del 7%.
Sul fronte delle importazioni a settembre sono cresciute solo dello 0,3% come nel mese precedente. Il Paese segna, dunque, un surplus commerciale di 84,74 miliardi di dollari a settembre, contro gli 80,3 miliardi attesi e i 79,39 miliardi di agosto.
Gli economisti sostengono che i dati rivelati lunedì mostrano un’economia che non sta prendendo slancio. Soprattutto perché i fronti economici in difficoltà, influiscono sui più importanti partner commerciali della Cina. La domanda interna, a causa dei blocchi avuti a settembre per via dei casi di coronavitus, sta continuando a soffrire. E il commercio estero, a causa dell’inflazione, difficilmente potrà aiutare la ripresa economia cinese.

Cala il commercio con la Germania

In Germania, per esempio, il commercio è diminuito del 7,8% su base annua. Le esportazioni tedesche verso Pechino scese del 9,9%. Così come le esportazioni dalla Cina alla volta di Berlino sono calate del 5,6%.
Prendendo in considerazione un dato più generale, le esportazioni cinesi verso l’Unione europea (Ue) sono aumentate del 5,6%, mentre importazioni dall’Europa scese dell’8,4%.
La Svizzera, dal canto suo, a settembre ha assistito a un balzo nelle esportazioni verso la Cina del 19,3%.
Oltre oceano, il commercio cinese è globalmente sceso del 10,1%. Le esportazioni dagli Usa verso la Cina, giù dell’11,6%, mentre le importazioni dagli Usa del 4,6%.

Produzione cinese in crescita, ma anche il tasso di disoccupazione

A settembre è aumentata la produzione industriale cinese del 6,3%, mentre la crescita delle vendite al dettaglio è stata più lenta del previsto, con un aumento del 2,5%. Il tasso ufficiale di disoccupazione aumenta per la prima volta in quattro mesi dello 0,2% al 5,5%.

Indici in rosso

Nonostante i dati di crescita del Pil, le piazze economiche hanno chiuso in profondo rosso a Shangai e – soprattutto – a Hong Kong. Stando agli esperti, gli investitori sono rimasti delusi dalla composizione del nuovo gruppo dirigente del Pcc, annunciata il giorno prima. Xi Jinping, che ha iniziato ufficialmente il suo terzo mandato domenica, ha scelto solo stretti seguaci nel potente Comitato permanente. Mentre i riformatori del mercato, sono stati esclusi.
Con la rigida politica Zero-Covid, la ridotta domanda interna, il forte indebitamento e la crisi immobiliare, la Banca Mondiale prevede che per quest’anno il governo raggiunga una crescita del 2,8%. Ben lontana dal 5,5% stabilito come obiettivo.

Argomenti

# Cina
# PIL

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