Allarme del direttore dell’energia: «Troppo poca, dichiariamo lo "stato di carenza"»

Sara Bracchetti

17 Settembre 2022 - 10:20

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Un passaggio indispensabile e urgente per introdurre misure di risparmio che altrimenti Cantoni e Confederazione non potrebbero decidere, spiega Roberto Schmidt, e scongiurare che la situazione si aggravi ulteriormente.

Allarme del direttore dell'energia: «Troppo poca, dichiariamo lo "stato di carenza"»

Adesso non è più una paura. Ormai è un allarme, lanciato nelle scorse ore dal direttore dell’energia Roberto Schmidt. Che, dopo tanto dire e chiacchierare, dopo tante ipotesi pessimistiche contrastate da tentativi estemporanei di tranquillizzare, è uscito allo scoperto con la sua autorevolezza. E ha chiesto la proclamazione dello stato di emergenza, a causa di una situazione di carenza di elettricità: nero su bianco.

Stop all’illuminazione delle vetrine

«Il Consiglio federale dovrebbe già dichiarare la situazione della carenza di elettricità», ha infatti dichiarato in un’intervista ai giornali di Tamedia, spiegando che è l’unico modo per introdurre un’austerity "precauzionale" che potrebbe salvare il Paese da conseguenze anche peggiori, in uno scenario portato alla deriva. Stop all’illuminazione delle vetrine, per esempio: qualcosa che altrimenti sembrerebbe ancora ingiustificata, ma che potrebbe invece aiutare a non far di peggio quando sarà una misura indispensabile, assieme a tante altre più gravi.

L’assenza di un piano di crisi

Senza dichiarare la situazione di carenza, ha spiegato, né i Cantoni né la Confederazione possiedono l’autorità e le competenze per obbligare i negozianti a lasciare le vetrine al buio - o adottare altre misure. Purtroppo, sostiene, ancora manca un chiaro piano di crisi a livello federale, a differenza invece di quanto sta accadendo per il gas, dove già esitono progetti al riguardo. Che cosa tagliare per primo? Come mantenere operative le infrastrutture vitali? Nessuna risposta a queste semplicissime domande. Eppure, «a differenza del Coronavirus questa è una crisi prevedibile. Ecco perché dobbiamo pianificare, ora».

«Serve un’unità di crisi federale»

Ma resta una domanda in un certo senso ancora più drammatica, alla quale risposta non c’è: non ancora. Come reagirà la popolazione quando Internet e il mobile non funzioneranno più? Come comunicare con la gente? Tutto tace, nessuno sembra occuparsene, riflette Schmidt con ansia, invocando la creazione di un’unità di crisi interdipartimentale a livello federale.

Misure volontarie nel Vallese

Intanto, nel Vallese si pensa di introdurre misure di intervento volontarie. Per oltre tre ore, ieri, la politica ha discusso una ventina di proposte sul tema dell’energia; respinta, però, la mozione urgente dei Verdi per sepegnere le insegne al neon e limitare l’illuminazione interna degli edifici non residenziali il prossimo inverno.

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