VIDEO Quali opportunità per il turismo in Ticino? Intervista a Lorenzo Pianezzi

Chiara De Carli

05/05/2022

05/05/2022 - 18:38

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Mancanza di personale, valuta svizzera forte e pandemia: ecco quali sono le sfide del turismo in Ticino. Dopo un anno, il 2021, di successo, gli albergatori si preparano a una buona estate, pronti ad accogliere i turisti fidelizzati grazie alla pandemia.

VIDEO Quali opportunità per il turismo in Ticino? Intervista a Lorenzo Pianezzi

Se il buongiorno si vede dal mattino, per il turismo in Ticino i primi mesi dell’anno hanno mostrato un buon andamento. Tra gennaio e febbraio infatti i pernottamenti registrati sono stati 145 mila, contro i 94’500 del 2021 e i 122 mila del 2019. «Certo quest’anno molto probabilmente – commenta Lorenzo Pianezzi, presidente di HotellerieSuisse Ticino – non raggiungeremo i livelli dell’anno scorso, quando avevamo avuto 3 milioni di pernottamenti, tuttavia ci piace sognare in grande e, se abbiamo seminato bene l’anno scorso, quest’anno rivedremo buona parte dei clienti anche solo per soggiorni brevi».

Il Ticino torna di moda?

Se il Ticino negli anni Ottanta era considerato il primo sud dove andare a trascorrere le giornate all’insegna del relax, con la diffusione degli spostamenti in aereo il turismo si è spostato verso altre mete. Ora però sembra essere tornato in voga. La pandemia ha cambiato le abitudini e ancora oggi, nonostante siano passati due anni ormai, si cercano mete vicine in grado di soddisfare le richieste dei turisti. Il Ticino rientra tra questi: lago, montagne, sport, ristoranti. Con l’innalzamento delle temperature poi non si assistono nemmeno più a inverni così rigidi, ecco che allora la nuova sfida, per HotellerieSuisse è rappresentata dalle aperture invernali che per il momento, non sono ancora molto diffuse. «Tenendo aperto nel periodo autunno-inverno ci sono dei vantaggi – spiega Pianezzi – Innanzitutto si accontenta il turista e in secondo luogo si garantisce il posto di lavoro annuale ai dipendenti. In questo modo si limita anche la dispersione del personale. Attualmente infatti gli alberghi che hanno del personale stagionale stanno facendo fatica a trovarne. In questi due anni alcuni collaboratori che lavorano solo nei mesi primaverili ed estivi hanno preferito abbandonare il settore, per lavorare in altri meno soggetti a chiusure repentine»

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